Mongolia

luglio

Nella terra di Gengis Khan

Viaggio Mongolia Asia

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Durata: 14 giorni, 13 notti

Partenza da: Torino / Milano /Roma

Itinerario: Ulaan Baatar, Amarbayasgalant, Uraan Togoo, Lago Khovsgol, Shine Ider, Ikh Jargalant, Jargalant, Vulcano Khorgo, Lago Terkiin Tsagaan, Tsetserleg, Karakorum, Hustaii Nuuru, Doloon Hudag (festival Naadam), Ulaan Baatar

Quota base individuale: in fase di definizione

Persone per gruppo: minimo 15, massimo 25

Lasciate l’orologio a casa. I tempi del viaggio difficilmente saranno scanditi dalle lancette. Le grandi distese di taiga, foreste e prateria, punteggiate da laghi e coni vulcanici spenti, non lasciano spazio a orari. Si viaggia. Ci si ferma per guardare un orizzonte lineare in cui boschi sfrangiano il cielo, aquile planano basse in cerca di piccole prede, cavalli corrono liberi e schiavi solo della natura che li ha creati. Viaggiate e poi fermatevi. Per parlare con le persone che vi accoglieranno nelle yurte tapezzate da kilim, al caldo di piccole stufe su cui sempre bollono zuppe o casseruole di carne. Gente che non ha indirizzo e parla poco. Vi guarderà con occhi che ridono. Vi servirà tè e latte con mani rovinate dal freddo.Vi mostrerà foto di figli e piccoli agnellini appena nati.
E ancora, improvvisi, incuneati nella terra piatta, in mezzo a uno spazio vuoto solo all’apparenza, scoprirete templi buddisti scampati miracolosamente alla furia rossa dei tempi di Mao. Silenzio nel silenzio. Spazio in uno spazio che si dilata. Nuvole basse, mantra ripetuti nel vento.
Infine il festival del Naadam, simbolo della forza nazionale, gare di arco, corsa a cavallo e lotta in cui da secoli si cimentano gli uomini di queste terre. Per questa competizione la Mongolia accorre dalle provincie più lontane, sfoggia gli abiti tradizionali migliori, tripudio di stoffe, cappelli e larghi sorrisi.

Compiamo il nostro viaggio in occasione del Festival Naadam. La parola Naadam significa “giochi” ma la denominazione completa è Eriin Gurvan Naadam, “i tre giochi degli uomini”: si confrontano infatti lottatori, cavalieri e arcieri in una giostra senza tempo. I mongoli si battono in queste tre specialità da oltre tremila anni ma da otto secoli il Naadam è la rievocazione delle gesta di Gengis Khan, orgoglio inossidabile di questo Paese, prima padrone di due continenti e poi vittima di invasioni e umiliazioni. Ancora oggi è l’occasione per fare festa e riscoprire l’unità nazionale, senso di libertà e orgoglio. Dal 1921 il Naadam assume anche il valore celebrativo per la liberazione dai cinesi ma sotto il dominio stalinista ogni riferimento a Gengis Khan era rigidamente proibito. Solo nel luglio 1990, scrollato di dosso anche il peso sovietico, si rivedono le icone del grande condottiero. “Due uomini, in fondo al corteo, avanzavano lentamente reggendo l’immagine, sino allora vietata perché considerata simbolo imperialista, di Gengis Khan, l’antico eroe nazionale”.

I vostri hotel:

– Ulaan Baatar: Corporate Hotel 4*
Amarbayasgalant: IF Tour Ger Camp
– Uraan Togo: Unit Ger Camp
– Khovsgol Lake: At Art 88 Resort Ger Camp
– Ikh Jargalant: Jargal Jiguur Ger Camp
– Khorgo/Terkhiin Tsagaan: Khorgo Ger Camp
– Karakorum: Ikh Khorum Hotel 3* sup
– Hustai: Hustai Ger Camp

Per campi tendati in Mongolia si intendono le Yurte (o Gher). Sono le abitazioni tradizionali di questi popoli nomadi. La struttura perimetrale circolare è in legno molto morbido. Sopra questa struttura viene posizionata la copertura che a seconda delle stagioni è più o meno pesante. L’altezza della yurta permette di stare in piedi all’interno della struttura. In mezzo c’è sempre una stufa e a lato i due letti con lenzuola e coperte. I bagni sono in comune.

viaggio organizzato in mongolia

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Giorno 1

Torino (Milano o Roma) / Mosca / Ulaan Baatar

Partenza con volo dall’Italia. Scalo a Mosca. Arrivo a Ulaanbaatar all’alba dle giorno seguente.

Giorno 2

Ulaan Baatar

Arrivo a Ulaanbaatar e disbrigo delle formalità doganali. Incontro con la guida locale e trasferimento in hotel dove si lasceranno i bagagli. Inizio delle visite di Ulaanbaatar, capitale della Mongolia e unica vera città del paese. Le visite partono dal Monastero Buddista di Gandantegchenling. Risale al  1838 ed è il più grande della Mongolia. Al suo interno troviamo splendidi templi, fra cui il Migjed Janraisig del 1911, che ospita la statua della Bodhisatva della compassione, rivestita d’oro e alta 26 m. Visita al Museo di Storia Nazionale, con reperti provenienti da tutta la Mongolia e Centro Asia che vanno dall’Età della Pietra ai nostri giorni. Sosta nella grande Piazza Sukhbaatar intitolata all’“eroe della rivoluzione” del 1921 che dichiarò l’indipendenza dalla Cina, un incredibile miscuglio di edifici di diversi stili. Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio proseguimento del programma di visite con il Palazzo-Museo Bogd Khaan, già residenza invernale dell’ultimo Khan Mongolo Bogdo Gegeen, che regnò fino al 1924. Al suo interno è possibile ammirare l’esposizione dei regali portati al Khan dalle delegazioni straniere. Si termina con il Memoriale alle vittime della guerra sulla Collina Zaisan per una veduta panoramica su Ulaan Baatar. Rientro in albergo per la cena e il pernottamento.

Giorno 3

Ulaan Baatar / Amarbayasgalant

Prima colazione. Oggi si parte per il Monastero di Amarbayasgalant (380 km di asfalto e pista, circa 7 ore). Lungo il percorso sosta per il pranzo in campo di gher o ristorante locale. Proseguimento per il Monastero di Amarbayasgalant, o “monastero della tranquilla felicità”, che rientra nella lista dei siti protetti dall’UNESCO per il suo “eccezionale valore universale” ed è considerato il monastero più bello e meglio preservato del paese. Fu costruito tra il 1727 ed il 1736 per ospitare le spoglie di Zanabazar, rispettando le regole fondamentali presenti nella cultura sciamanica dell’Asia Centrale. In origine era uno dei tre centri buddisti più grandi della Mongolia con un complesso di  40 templi eretti su speciali terrazze. Oggi ne restano solo 28 e dal 1944 sono protetti dallo Stato. Lo stile predominante della struttura è cinese con una chiara influenza mongola e tibetana. All’inizio del XX secolo il monastero ospitava circa 8.000 monaci.  Sistemazione in campo turistico nelle tipiche gher: cena e pernottamento.

Giorno 4

Amarbayasgalant / Uraan Togoo

Prima colazione e partenza per la riserva naturale Uraan Togoo (350 km di pista, circa 6 ore). A sud-est del Lago Khovsgol e a circa 60 km dalla città di Bulgan si trovano i vulcani estinti Uran Uul, 1.631 m di altezza, e Togoo, 1.923 m. Questi vulcani si trovano all’interno della riserva naturale Uran-Togoo Tulga Uul. E’ possibile salire sulla cima del vulcano Uran Uul dal versante occidentale. Pranzo al sacco lungo il tragitto. Arrivo e sistemazione in campo turistico nelle tipiche gher: cena e pernottamento.

Giorno 5

Uraan Togoo / Lago Khovsgol

Prima colazione e partenza per il Lago Khovsgol (350 km di pista, circa 7 ore). E’ il più grande lago della Mongolia. Conserva il 2% delle riserve di acqua dolce mondiale e copre una superficie di circa 2.760 kmq con 134 km di lunghezza e 39 di larghezza. La sua profondità è di 262 m ed è alimentato da 90 fiumi con un solo emissario che confluisce nel fiume Selenge Gol per finire nel Lago Baikal. Le sue acque sono ricche di pesci e lungo le sue sponde vivono stambecchi, orsi, alci e numerose specie di uccelli.  E’ incorniciato da alte montagne (3000 m) ricoperte di foreste di pini, pioppi, betulle, che rendono magnifico il paesaggio. Per proteggere il lago e la natura circostante, nel 1992 è stato creato il Parco Nazionale Khovsgol Nuur. Sul lago sarà possibile organizzare escursioni in barca oppure bellissime passeggiate a piedi, a cavallo o sugli yak.
Pranzo al sacco lungo il tragitto. Arrivo e sistemazione in campo turistico nelle tipiche gher: cena e pernottamento.

Giorno 6

Lago Khovsgol

Prima colazione. Giornata dedicata a escursioni per osservare la flora e la fauna del Lago Khovsgol. Nella regione di Khovsgol, caratterizzata dall’ambiente della taiga, vivono i darkhad, i buryats e gli tsaatan. Questi ultimi sono conosciuti in occidente come gli uomini o il popolo delle renne poiché vivono in simbiosi con questi animali, che considerano sacri, che allevano e da cui traggono il loro sostentamento. Oltre all’allevamento delle renne, sono dediti alla pesca. Praticano antichi culti sciamanici che si sono riscontrati anche in alcune zone della Siberia, della Groenlandia e del Canada. Le tribù sono nomadi e si spostano in base alle stagioni, vivono in luoghi quasi inaccessibili, raggiungibili solo percorrendo lunghe distanze. Pensione completa.  Pernottamento nelle Gher.

Giorno 7

Lago Khovsgol / Shine Ider / Ikh Jargalant

Prima colazione e partenza verso sud per il villaggio di Shine Ider e per Jargalant (300 km di pista, circa 7 ore). Il paesaggio  prevalente è quello tipico della Taiga, con vaste foreste di conifere intervallate da radure e da importanti fiumi. Proseguendo verso sud si osservano rilievi privi di vegetazione, verdi vallate e zone dove la steppa è predominate. Lungo il tragitto visita al Museo Etnico di Hatgal. Pranzo al sacco. Arrivo al campo turistico e sistemazione in campo turistico nelle tipiche gher: cena e pernottamento.

Giorno 8

Jargalant / Vulcano Khorgo / Lago Terkiin Tsagaan

Prima colazione. Partenza per il vulcano spento di Khorgo e per il Lago Terkhiin Tsagaa (90 km, circa 3 ore). Il Vulcano Khorgo non più attivo e si trova all’interno del Parco Nazionale Khorgo-Terkhiin Tsagaan che copre un’area di 77,267 ettari. Si osservano delle formazioni rocciose basaltiche e lava solidificata. È possibile salire in cima al cono del vulcano attraverso la strada che parte dal villaggio che si trova alla base del monte. Il Lago Terkhiin Tsagaan, di origine vulcanica, è conosciuto anche come il Grande Lago Bianco ed è la parte più visitata della provincia di Arkhangai, all’interno del Parco Nazionale Khorgo-Terkhiin Tsagaan Nuur. Il lago è circondato dalle montagne della catena Tarvagatain Nuruu, con cime che raggiungono i 2.200 m. Il paesaggio circostante è caratterizzato da crateri di vulcani estinti. Pranzo al sacco. Arrivo e sistemazione in campo turistico nelle tipiche gher: cena e pernottamento.

Giorno 9

Lago Terkiin Tsagaan / Tsetserleg / Karakorum

Prima colazione e partenza per Karakorum (350 km), antica capitale dell’Impero Mongolo del 1220, passando per la provincia di Arkhangai. Visita a Tsetserleg capoluogo della provincia di Arkhangai. La provincia di Arkhangai è detta la “Svizzera della Mongolia” per le sue attrattive naturalistiche: pareti rocciose, foreste lussureggianti, fiumi ricchi d’acqua. E’ rinomata per i suoi scenari spettacolari: vulcani estinti, laghi di origine vulcanica, verdi foreste e pascoli, fiumi e sorgenti. Il nome della città di Tsetserleg significa “giardino”. Visita al Monastero Zayaiin Gegeenii Khiid, che fu costruito nel 1586 e ampliato nel 1679. Allora poteva ospitare circa mille monaci. Durante le purghe staliniste il monastero era già stato trasformato in un museo e ciò lo salvaguardò dalla distruzione. Nel corso del viaggio escursione alla Roccia Taikhar Chuluu, enorme formazione rocciosa che crea una suggestiva visione sui prati verdi che la circondano ed è considerata un vero dono della natura. Pranzo al sacco. Arrivo a Karakorum e sistemazione in hotel: cena e pernottamento.

Giorno 10

Karakorum / Hustaii Nuuru

Prima colazione e partenza per la visita del Monastero di Erdene Zuu. Nel corso dei secoli il monastero fu distrutto e ricostruito più volte: agli inizi del XX secolo contava più di 600 templi, ma negli anni ’30 venne praticamente distrutto e ne rimasero intatti solo 3 oltre a un muro di cinta con 108 stupa. Dopo la visita del monastero partenza per il Parco Nazionale Hustaii Nuuru (315 km). Arrivo e sistemazione in campo nelle tipiche gher. Se il tempo a disposizione lo permette (altrimenti l’escursione viene effettuata al mattino successivo) escursione nel Parco, che con il suo ambiente di steppa alberata è l’habitat del cavallo selvatico della Mongolia, i Takhi Prewalsky, progenitori di tutti i cavalli  e di altri animali come i gatti manul e i cervi selvatici.  Cena e pernottamento al campo.

Giorno 11

Hustaii Nuuru / Dolon Hudag (Festival Naadam) / Ulaan Baatar

Prima colazione. Partenza per Ulaan Batar (80 km) con sosta lungo il percorso a Khui Doloon Khudag per assistere alla corsa dei cavalli, una degli eventi più importanti del Naadam, e iniziare a immergersi con la popolazione locale nell’atmosfera del festival. Pranzo in corso d’escursione. Al termine proseguimento per Ulaan Batar. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena in hotel. Pernottamento

Giorno 12

Ulaan Baatar (Festival Naadam)

Prima colazione. Al mattino si continuerà ad assistere ai festeggiamenti per il Naadam con la cerimonia di inaugurazione allo stadio. Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio proseguimento delle visite in città con il Museo Chojin Lama Luvsankhaidub, situato nel cento di Ulaanbaatar, bellissimo esempio di architettura buddista. Al suo interno  si ammirano collezioni di costumi, testi sacri, sculture, dipinti, oggetti artistici e religiosi. Si  visita inoltre il Museo di Belle Arti Zanabazar, che ospita una splendida collezione di dipinti, incisioni e sculture, tra cui opere dello stesso Zanabazar (1635-1723), monaco buddista e scultore, riconosciuto nel 1640 dal Dalai Lama e dal Panchen Lama come Buddha vivente. Al termine concerto e cena in occasione delle celebrazioni del Naadam. Rientro in hotel e pernottamento

La parola Naadam significa “giochi” ma la denominazione completa è Eriin Gurvan Naadam, “i tre giochi degli uomini”: si confrontano infatti lottatori, cavalieri e arcieri in una giostra senza tempo. I mongoli si battono in queste tre specialità da oltre tremila anni ma da otto secoli il Naadam è la rievocazione delle gesta di Gengis Khan, orgoglio inossidabile di questo Paese, prima padrone di due continenti e poi vittima di invasioni e umiliazioni. Ancora oggi è l’occasione per fare festa e riscoprire l’unità nazionale, senso di libertà e orgoglio. Dal 1921 il Naadam assume anche il valore celebrativo per la liberazione dai cinesi ma sotto il dominio stalinista ogni riferimento a Gengis Khan era rigidamente proibito. Solo nel luglio 1990, scrollato di dosso anche il peso sovietico, si rivedono le icone del grande condottiero. “Due uomini, in fondo al corteo, avanzavano lentamente reggendo l’immagine, sino allora vietata perché considerata simbolo imperialista, di Gengis Khan, l’antico eroe nazionale”.

Giorno 13

Ulaan Baatar / Parco Nazionale Terelj

Prima colazione.  Partenza alla volta del Parco Nazionale Terelj, situato a circa 60 km a nord est della capitale, molto popolare per la bellezza del paesaggio e stazione sciistica invernale. L’aerea è stata dichiarata Parco Nazionale nel 1993. Durante il tragitto sosta per ammirare una formazione rocciosa dalla forma di tartaruga, animale dal significato simbolico,  e visita al Monastero Aryabal, impreziosito da coloratissime strutture in legno intagliato. Pranzo presso un campo turistico. Nel pomeriggio visita a una famiglia di allevatore di cavalli.  Rientro a Ulaan Baatar con sosta lungo Tsonjin Boldog dove si visita l’impressionante complesso statuario equestre eretto in onore di Gengis Khan. L’imponente statua mostra il condottiero con una frusta d’oro nella mano destra e lo sguardo oltre l’orizzonte a contemplare il suo impero. La statua poggia su 36 colonne che rappresentano i 36 Khanati monogli. In serata cena di arrivederci con spettacolo folkloristico. Pernottamento in hotel.

Giorno 14

Ulaan Baatar / Mosca / Torino (Milano o Roma)

Di prima mattina trasferimento in aeroporto e volo di rientro in Italia con scalo a Mosca.

Quota individuale di partecipazione

In fase di definizione

mongolia
Informazioni sul paese

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Un libro per il viaggio

Romanzo di viaggio, questo libro attraversa due continenti con una scrittura fluida e coinvolgente. L’autore, il brasiliano Bernardo Carvalho, offre una storia che, partendo dal suo paese, attraversa la Cina e la Mongolia, per poi fare ritorno al Brasile. Come in un gioco di scatole cinesi, il romanzo è un’accurata opera di ingegneria letteraria che, nella finzione – ma su una base attendibile, frutto di un viaggio di due mesi – incastra tre diari, l’uno nell’altro: quello del primo narratore, funzionario dell’Ambasciata Brasiliana a Pechino; quella del suo sottoposto che per conto del governo brasiliano è alla ricerca di un fotografo disperso nelle terre di Gengis Khan; quello del fotografo brasiliano, scomparso nel nulla.

Titolo: Mongolia

Autore: Bernardo Carvalho

Traduttore: Monica Salles de Oliveira Paes

Editore: Feltrinelli

Collana: Feltrinelli Traveller

Anno edizione: 2005

Pagine: 154 p., Brossura

Un film per il viaggio

In Mongolia Tuya si trova in grande difficoltà da quando il marito si è ammalato e, con i terreni da seguire, in casa c’è assolutamente bisogno di un uomo. L’unica soluzione è il divorzio ma per i nuovi pretendenti alla sua mano c’è una condizione irrinunciabile: il nuovo marito dovrà accettare sotto lo stesso tesso anche il primo marito. Alla porta di Tuya cominciano ad arrivare gli scapoli ma nessuno sembra disposto a convivere con un altro uomo.

Titolo: Il matrimonio di Tuya
Regia: Wang Quan’an
Interpreti: Yu Nan, Bater, Senge, Peng Hongxiang, Zhaya
Paese: Cina
Anno: 2006

Un video per il viaggio

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